“Zhong Ding”, stabilizzare il Centro

L’espressione “Zhong Ding” è ben nota nella cultura Taiji, ed è generalmente intesa come l’essenza di ogni postura e movimento, basata su un buon radicamento al suolo associato a elevata mobilità. Zhong può essere identificato con l’asse centrale ma anche, e più comunemente, con il baricentro fisico del corpo, la zona pelvica. Non tanto e non solo il bacino, piuttosto la sua relazione dinamica con la parte inferiore del corpo, attraverso le articolazioni dell’anca, e con la parte superiore attraverso la zona lombo-sacrale. Nel gergo taiji questo insieme anatomico-funzionale viene chiamato “Yao-Kua” (Vita-anche). Che il centro debba muoversi prima delle parti periferiche è regola condivisa da tutti, anche se poi non è del tutto semplice spiegare come e dove sorge questo movimento e come la forza si trasmetta dal suolo al centro e viceversa.
Meno nota, ma fondamentale, è la regola, ben espressa nei classici del Tai ji con la frase “Usare la mente, non usare la forza (Yong Yi Bu Yong Li)” : per fare qualcosa nel corpo dobbiamo farlo prima nella mente producendo quella specifica rappresentazione dinamica (“Yi”, intenzione o proposito) che fluendo nel corpo si attua nella realtà fisica.
Andando un po’ oltre possiamo chiederci che cosa sia il “centro” nella mente; credo si possa definire come quell’insieme fondamentale di convinzioni e memorie intorno alle quali si articola ogni nostro movimento di pensiero, intenti ed emozioni, quel nucleo del quale diciamo “Io sono quello”. Anche il centro della mente, come quello corporeo, è per lo più portatore di tensioni, giudizi e modelli reattivi non sempre adeguati, che ne riducono l’agilità e che coprono quel “Cuore dentro il cuore” di cui parlano i taoisti e in cui risiede, e da cui può riemergere, la nostra saggezza e intelligenza profonda.
La tradizione taoista ci invita a “regolare il corpo, regolare il respiro-energia (Qi), regolare il Cuore”, poche parole che colgono l’essenziale di una buona pratica di Taiji o Qi Gong orientata a una vera e profonda evoluzione personale.

Marco Venanzi