“Investire in perdita” – Così il Maestro Cheng Man Ching definiva il giusto percorso di apprendimento del Tai Ji Quan ( o Tai Chi Chuan). Rinunciare a tutto ciò che si oppone al nostro movimento naturale; usare il corpo nel modo più economico e appropriato, senza dispersione di energia. Nel Tai Ji Quan ogni gesto diventa essenziale, efficace, diretto, manifestazione del flusso dell’Intenzione (Yi) nel corpo .
Rinunciare alla forza basata sulla contrazione dei muscoli e della mente per coltivare un diverso tipo di forza che nasce dalla distensione, dall’elasticità e dal radicamento a terra. Ciò che viene definita come stabilità psicologica sarà la conseguenza diretta di come il corpo si pone in relazione alla terra, alla gravità, allo spazio, agli assalitori potenziali, all’aria, manifestandosi nella capacità di essere sicuri e rilassati quando si sta fermi e centrati e flessibili quando ci si muove.
Tai Ji è la Polarità Suprema, la costante armonia di Yin e Yang: evocare il Tai Ji nel nostro corpo e nel nostro movimento è un’elevata forma di Qi Gong (Arte dell’Energia Vitale), vivere il Tai chi nelle situazioni conflittuali è Arte Marziale di ordine superiore.
E’ probabile che il Tai Ji Quan come oggi lo conosciamo si sia evoluto da forme precedenti fra la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento, in modo simile a come nella stessa epoca in Giappone ad opera di alcuni insigni e illuminati Maestri si svilupparono, a partire da arti del combattimento, scuole finalizzate alla coltivazione interiore e all’armonia della personalità. Dal Jujitsu il Judo, dall’Aikijujutsu l’Aikido, dal Kenjitsu il Kendo, ecc. Jutsu è Arte, Do (= Dao) è Via.
Il Maestro Cheng Man Ching (1898 – 1975), il primo ad insegnare apertamente il Tai Ji in occidente nei primi anni ’60, fu uomo di ampia e profonda cultura; egli fu molto influenzato dalla tradizione taoista, ed è verosimile che il suo TaiJi sia strutturalmente e funzionalmente un po’ diverso da quello del suo maestro Yang Chen Fu (1883 – 1936).
Huang Xin Xian (1910 – 1992) era un esperto di alto livello dello stile della Gru Bianca (Bai He), ma fu tanto colpito dalle capacità di Cheng Man Ching da divenire suo allievo e da abbandonare successivamente lo stile della Gru e dedicandosi esclusivamente all’insegnamento del Taiji. Nel suo taiji egli portò qualcosa della Gru Bianca, visibile soprattutto nei Cinque Esercizi di radicamento e rilassamento (Song Chen Wu Fa) e, oltre a rilassamento, radicamento e libera circolazione dell’energia (Qi), i tre caposaldi dell’insegnamento di Cheng Man Ching, sviluppò uno studio dettagliato sull’allenamento dell’Intenzione (Yi) e sullo sviluppo di un’autentica forza elastica (Jin) capace di trasmettersi efficacemente attraverso il corpo.
Patrick Kelly, per molti anni suo allievo diretto, decodificò tutto ciò traducendolo in un linguaggio e una didattica più comprensibili per il nostro pensiero. Nel suo percorso, modulato da diverse influenze spirituali (Taoista, Sufi, Induista) e dal confronto con maestri di TaiJi di altre scuole (In particolare Ma Yueh Liang, scuola Wu) si accentuò ulteriormente la finalità di sviluppo interiore della pratica taiji. Il suo metodo della “Mente profonda” costituisce la base della nostra pratica.
Programma Tai chi chuan:
– Esercizi per il rilassamento, la distensione e la riattivazione della muscolatura profonda (Song Chen Wu Fa)
– Forma 37 (Scuola Cheng Man Ching), particolarmente adatta per approfondire la struttura interna del Tai chi chuan, sviluppare la percezione dell’Asse Centrale e coltivare l’Intenzione consapevole (Yi)
– Esercizi a due da fermi (Tui Shou) e in movimento (Xiao Lu, Da lu) per sviluppare la sensibilità, la mobilità dinamica e verificare la qualità dell’apprendimento dei principi fondamentali.
La “Forma breve” (37 posizioni) creata dal maestro Cheng Man Chingda è l’elemento centrale della nostra pratica; per chi desidera approfondire è poi possibile avvicinarsi allo studio della Forma Lunga (108 posizioni), della Forma Veloce (San Feng Kuai Quan), nonchè alla pratica di alcune armi (spada e scherma Taiji, bastone da passeggio).