Entronautica e Meditazione Taoista

Entronautica e Meditazione Taoista

tao ideaogrammaDal cuore calmo e silenzioso sgorga l’energia vitale: è questa una delle 14 Regole della scuola Huang di Tai Chi Chuan, che considera il lavoro sulla mente una tappa fondamentale…

Meditare è in effetti acquisire strumenti di navigazione interiore; quale sia la natura e lo scopo di tale viaggio lo si scopre per gran parte strada facendo.
Un buon riassunto dell’essenza di questo Sentiero è in queste quattro parole di un famoso detto taoista:

XIN JING QI HE

Cuore (Xin) Calmo, silenzioso (Jing)
Energia Vitale (Qi) in armonia (He)

Questa massima è messa al primo posto fra le 14 regole fondamentali della Scuola Huang di Tai Ji Quan, sottolineando in questo modo che anche nella pratica marziale la “pacificazione” della mente rappresenta una precondizione essenziale per l’autentica realizzazione della Disciplina.
A maggior ragione nelle discipline meditative che hanno come oggetto principale il lavoro sulla mente la “calma del cuore” è un elemento centrale.
“Cuore” è la residenza delle facoltà mentali e spirituali (Shen), la radice stessa della vita psichica.

Tuttavia bisogna comprendere che la meditazione non è l’analogo psichico del Cynar, che il grande Ernesto Calindri proponeva come antidoto al “logorio della vita moderna” (peraltro con profonda intuizione riguardo all’effetto dello stress sul ristagno dell’energia del Fegato…..), la sua funzione non è semplicemente di farci sentire più calmi, quanto piuttosto di consentire, attraverso l’attenuarsi delle funzioni mentali superficiali, l’emergere di livelli più profondi della mente stessa, capaci di funzionare, e di farci funzionare, secondo codici più aderenti alla nostra natura originaria (Yuan Shen “Spirito originario”).

Una massima taoista dice: “Quando il cuore dell’uomo muore, il cuore del Dao nasce”   Quando la mente persiste in uno stato di calma autentica e consapevole, allora l’energia vitale (Qi), ovvero il flusso delle informazioni che costantemente governano la nostra esistenza fisica, torna alla sua armonia originaria.
Anche di questo flusso, così come del flusso dei pensieri, possiamo divenire consapevoli, e facilitarne il passaggio attraverso quei percorsi preferenziali ben descritti dall’agopuntura come “canali”.
La pratica della “presenza al respiro” (Anapanasati), cardine della tradizione meditativa buddista, è la porta di ingresso verso la possibilità di osservare con distacco le nostre formazioni mentali e cominciare ad attenuare la malattia fondamentale di ogni essere umano: la tendenza a produrre sofferenza non necessaria. Ma è anche la porta di ingresso verso la capacità di ascoltare e percepire le sensazioni interne, grazie alla quale, nel contesto stesso della meditazione, possiamo prenderci cura del nostro corpo e farlo partecipare a pieno titolo alla pratica, “con carne e ossa” , come dicevano i maestri Zen.

Così come la Mente è al centro della pratica marziale, così il Corpo è posto al centro della pratica meditativa: la postura e la respirazione corretta sono ingredienti essenziali quanto la giusta concentrazione.
Martin Buber, uomo di tradizione ebraica, diceva”L’anima è realmente unificata solo a condizione che tutte le forze, tutte le membra del corpo lo siano anch’esse…… cioè: bisogna coinvolgere anche tutto l’essere corporale dell’uomo, nulla di lui deve restare fuori….”
Questa “doppia coltivazione” del corpo e della mente è l’essenza della tradizione taoista, ed è ciò che proponiamo nei nostri incontri.

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