MAGGIO

MAGGIO

 Maggio: la forza Yang  raggiunge il culmine…“Ben venga Maggio e il gonfalon selvaggio, Ben venga Primavera  Che vuol ch’uom s’inamori……”   (A.Poliziano “Rime”)

 

 

Nel ciclo dei Dodici Segni il mese di maggio è correlato a SI (Yi Jing 1, QIAN, “La Forza”, ovvero il Pieno Yang). Nel ciclo circadiano è il periodo dalle 9 alle 11 del mattino, massimo flusso energetico nel Canale della Milza.    Maggio è il mese in cui il movimento di apertura della Primavera raggiunge la sua massima espansione: pur annunciato a volte da temporali e piogge, rappresenta il trionfo della Luce e della Vita; in questo momento tutte le forze della creazione sembrano ritrovare il loro vigore originario. Una volta era il tempo dei tornei, eccellente occasione di incontri galanti fra cavalieri e dame.

                                         

Molti anni fa, oggi molto meno, l’aria delle sere di maggio si affollava di maggiolini, coleotteri che, raggiunta l’età adulta, in questo periodo sfarfallano e si accoppiano.

Il segno Qian, con le sue sei linee intere, rappresenta il compimento del ciclo ascendente di crescita dello Yang: questo movimento, che sembra lanciato irresistibilmente verso l’alto (“La stagione cavalca sei Draghi per andare incontro al Cielo….”) e che, in quanto Forza e Azione pura, è di natura maschile, si manifesta però visibilmente nella pienezza della Natura, facendo pertanto di Maggio un mese di segno femminile. Il suo nome viene da Maia, la grande Madre Terra che nella mitologia romana era la dea della fecondità e del risveglio naturale, e che, nello stesso periodo, intorno al 1° maggio, veniva venerata anche sotto altre forme: Flora, protettrice della vegetazione, che sovrintendeva benevolmente a celebrazioni orgiastiche, mentre Fauna (“Bona Dea”), signora del bosco selvaggio, più severa e casta,  rappresenta il contatto con le forze oscure e misteriose della Natura, che l’uomo si sforza di comprendere e controllare, ma alle quali in ultima analisi è ineluttabilmente soggetto.

 

Queste forze sono tradizionalmente associate al Serpente (Kundalini), testimone del mondo sotterraneo e delle Acque profonde, sacro appunto a Fauna.Questo mondo oscuro, che sostiene e nutre la luminosità della Primavera, deve essere periodicamente incontrato nei grandi momenti cardine dell’anno, per assicurare il rinnovarsi della fecondità della Natura, così come avviene ad esempio nel periodo che va da capodanno a carnevale; è il contatto rituale con il “mondo dei morti” da intendersi correttamente come il serbatoio di ogni seme e tendenza della natura universale e individuale, e che in questo periodo dell’anno era tradizionalmente collocato il 30 aprile.

 

Con l’avvento della cristianità Maia fu sostituita dalla Madonna e la notte del 30 aprile, purgata da sconvenienti manifestazioni orgiastiche, divenne la “notte delle streghe”; la cacciata delle streghe rappresenta la chiusura della porta verso il mondo infero, indispensabile affinchè gli esseri umani, dopo averne assaporato la forza impersonale, possano aderire di nuovo con convinzione al gioco del mondo manifesto. Maya in sanscrito è questo “potere di illusione” della realtà per cui l’insostanziale appare autentico e Prakriti è la stessa cosa vista sotto l’aspetto della potenza attiva (Shakti) della Natura (“Natura naturans”) che crea e trasforma se stessa secondo leggi proprie, eterne ed immutabili. Vedere queste leggi all’opera dentro se stessi implica un’immersione nel profondo dell’anima che gli alchimisti descrivevano come uno stato di oscurità caotica (Nigredo), che solo una coscienza opportunamente addestrata e lucida può osservare senza spaventarsene né esserne travolta. E’ solo in questo territorio profondo che il ricercatore spirituale (“Discepolo della saggezza”) trova la Materia Prima (“Piombo”) per lavorare autenticamente su di sé.   {mospagebreak}Maggio e il Serpente….. Nel mondo precristiano il 30 Aprile era la faccia “oscura” (Yin) dei riti della vegetazione e della fertilità, il 1° Maggio ne era l’aspetto “solare” (Yang), quello che a tutt’oggi continuiamo a celebrare come “festa del lavoro”, senza probabilmente renderci conto che il lavoro di cui si tratta è in realtà quello della Natura!In effetti la Cristianità ha trasformato tutto ma, saggiamente, senza cancellare nulla. L’antica Fauna è ben presente nelle raffigurazioni della Madonna col Serpente….Nell’insolita immagine che viene qui presentata (La Madonna del Serpente, del Caravaggio, sulle cui interpretazioni psicoanalitiche, pur molto interessanti, sorvolo per non andare troppo fuori tema) vediamo la Madonna che insegna al piccolo Gesù come trattare il serpente; forse il serpente diventerà un giorno un Drago e il bambino un San Giorgio, e allora se la vedranno da soli, ma ora è il piede della (Grande) Madre che controlla il rettile…..

Peraltro l’osservatore attento non potrà non vedere in questo Gesù un piccolo Dioniso che, accudito dalle Madri, si prepara ad irrompere nella vita degli uomini come quel modo di essere della Natura che a volte sembra fare violenza al sentimento umano strappandolo dalla sua quotidiana tranquillità.K. Kerenyi, uno dei più illuminati interpreti della nostra mitologia classica, considerava Dioniso come esperienza di ciò che i greci chiamavano “Zoe”, ovvero il flusso eterno e ininterrotto della Vita Universale, simile a un fiume da cui le vite biologiche individuali (“Bios”) emergono e in cui si risolvono, un “tempo dell’essere” che può essere pensato solo come infinito, e che il Serpente ben si presta a rappresentare, soprattutto nella forma del Serpente che inghiotte e rigenera se stesso (Uroboros).

 

 

L’albero di Maggio. Come il Natale, anche Maggio ha il suo albero cosmico, visto soprattutto come dispensatore dei doni della Natura fertile agli uomini, è “l’Albero della Cuccagna” di tante tradizioni e feste popolari di tutta Europa.Per il praticante taoista è l’asse centrale cerebro – spinale percepito in questo contesto come l’origine di ogni organo e funzione, è il Canale Chong Mai, funzionalmente analogo al Sushumna della tradizione induista, detto anche “il mare degli organi e dei canali”, il primo canale che si forma nella genesi dell’essere umano. Mentre nel Solstizio d’inverno l’asse centrale è la via per il ritorno all’origine, in questo momento è la via maestra della manifestazione del nostro essere nel mondo.

Il Drago di Maggio. Questo grande movimento di apertura della Natura attraverso di noi può consentirci di coglierne i “doni”, ovvero tutte quelle potenzialità, capacità e inclinazioni che sono più favorevoli alla nostra evoluzione personale e alla nostra espressione in questo mondo, e che in altri momenti può essere meno facile apprezzare. Cogliere tali doni significa non fermarsi, bensì disporsi a cambiare in funzione di ciò che la nostra natura autentica ci offre: “Il Discepolo della Saggezza usa l’originaria fermezza per non sostare….”. Nel linguaggio taoista “fermarsi” non è solo “non muoversi”, ma è anche il muoversi verso qualcosa, o seguendo qualcosa, ma senza cambiare….L’ultimo Drago comparso sulla scena è il “Nove sopra”, a proposito del quale si dice: “Il prepotente Drago possiede pentimento…… traboccare non permette di durare davvero” Nel Tai Ji Quan questo significa che quando l’onda di espansione della Mente – Energia – Forza (Yi – Qi – Jin) raggiunge il culmine il corpo viene lasciato libero di ritornare gradualmente verso la terra per consentire l’inizio di un nuovo ciclo senza che il precedente venga interrotto.Quando nella pratica taoista dei Dodici Segni accordiamo coscientemente il respiro al segno Qian noi sviluppiamo una forte intenzione ascendente dorsalmente lungo la colonna vertebrale (canale Du Mai) nella fase inspiratoria, per poi rilasciare l’espirazione senza alcun controllo cosciente mentre la mente affonda nella profondità del corpo e il Qi ridiscende anterirormente verso il perineo (Punto Hui Yin del canale Ren Mai); è importante notare che il segno Qian nel corpo è collocato nella nuca, ed è in quel punto che il movimento intenzionale del respiro raggiunge il culmine; quando il flusso dell’inspirazione e dell’Intenzione raggiunge la sommità del capo (Bai Hui), che è il punto più Yang, già la mente comincia a rilasciare la concentrazione che ha guidato il respiro fino a quel momento evitando in tal modo di creare un eccesso di energia attiva nel punto Bai Hui. E’ in proporzione alla capacità di costante cambiamento e di manifestazione della capacità operativa concreta del Dao (“De”, spesso tradotto come “virtù” , ma da intendersi propriamente come il “Realizzare-Dao” nella concretezza della vita) che l’intenzione cosciente può attenuarsi fino a scomparire nella naturalezza:  “Vedere un branco di Draghi senza una testa.  Significativo. La realizzazione della celeste Virtù del Dao non permette L’attivazione di una testa davvero”

 

Il Muro dei Nove Draghi a Beijing

Lascia un commento